Serena ha letto "Le cronache dell'Acero e del Ciliegio" di Camille Monceaux e ce ne parla

Serena ha letto "Le cronache dell'Acero e del Ciliegio" di Camille Monceaux e ce ne parla

Un romanzo d'avventura, primo tomo di una tetralogia: "Le cronache dell'Acero e del Ciliegio" di Camille Monceaux, edito da L'Ippocampo, ha tenuto Serena incollata alle sue pagine portandola a fare un vero e proprio viaggio nel Giappone del XVII secolo.

Ecco che cosa ci ha raccontato:

Recensione

E se...
venissi abbandonato dai tuoi genitori all'età di due anni all'interno di un guscio di Biwa, con addosso una specie di medaglione a forma di Acero d'oro?

Tra i tanti libri del 2024, il libro che mi ha tenuta incollata alle pagine e trascinato nel Giappone del XVII secolo attraverso le emozioni dei protagonisti, è proprio il primo tomo della tetralogia Le Cronache dell'Acero e del Ciliegio - La Maschera del Nō - della scrittrice francese Camille Monceaux.

Ichirō è stato abbandonato dai suoi genitori.
Un maestro samurai, però, lo trova e lo porta a vivere con sé insieme a lui e alla sua domestica Oba. Ichirō si affeziona a entrambi e la sua vita sembra tranquilla e felice.
Fino ad una tragica notte.
Da quel giorno in poi Ichirō vivrà per le strade di Edo, dove inizierà ad esibirsi nel teatro Kabuki.
In questi anni stringerà le prime amicizie con Shin, un amico fedele e sincero, Hiinahime, la ragazza misteriosa e affascinante e Daichi, poeta stravagante dal cuore d'oro. Con loro riuscirà finalmente a sentirsi di nuovo a casa.

Questo libro, dal finale che mi ha fatto venir voglia di scaraventarlo a terra ma anche di ringraziare infinitamente l'autrice per avermi donato questa splendida storia, credo sia un must have per chi ama le storie ambientate nel remoto Giappone e i libri d'avventura (come me).
Dico solo che non vedo l'ora di continuare questa magnifica tetralogia da cui sono completamente incantata.

"Dovevo essermi assopito accanto al fuoco, poiché mi trovai a un tratto nel mio letto, con Oba china su di me, intenta a rimboccarmi la trapunta.
- Un passerotto, mormorò vedendo che avevo gli occhi aperti.
- Oba, non mi sento molto bene. Mi gira la testa.
- È il sakè, I-chan. Ľavevo detto al maestro, di non dartene.
Ma passerà, vedrai.
Posò l'indice tra le mie sopracciglia e subito mi misi a ridere.
- Ecco, ti senti già meglio, non è vero?
Annuii ridendo, ma ritornai subito serio.
-Oba... Morirai? chiesi all'improvviso
Non ero riuscito a trattenermi dal fare quella domanda che mi ossessionava da settimane. Non avevo mai osato farla al maestro.
- I-chan, tu sai che la vecchia Oba ti ama più di ogni cosa, non è vero?
Strizzai gli occhi
- Sarò sempre qui a vegliare su di te, anche se muoio. Sarò nelle pietre del giardino, negli alberi della foresta, nell'aria che
respiri, disse abbracciandomi. Il mio amore per te è così forte che potrebbe smuovere le montagne.
-E scacciare le nuvole dal cielo?
- Naturalmente.
- E piegare in due la spada del maestro?
- È una domanda difficile. Perché, come ben sai, anche il maestro ti ama tantissimo.
- Credi?
- Ne sono sicura, passerotto. Me lo ha detto, concluse dandomi un bacio sulla fronte."

Grazie Serena per la tua condivisione.